Velocità, resistenza, potenza, intensità: la componente fisico-atletica sta diventando un fattore sempre più dominante nel calcio moderno. A livello professionistico le partite si giocano su ritmi forsennati, che spesso vedono prevalere la squadra che riesce a mantenere lucidità e freschezza più a lungo nell’arco dei 90 minuti. Che effetti ha avuto però questa tendenza su chi deve ancora arrivarci al calcio professionistico? Le stesse trasformazioni hanno riguardato anche la preparazione nel calcio giovanile?

Il fattore fisico nel calcio moderno è indubbiamente fondamentale – ha dichiarato a riguardo Alberto Pasini, Preparatore Atletico Primavera e Responsabile dei Preparatori del Settore Giovanile dell’Atalanta –, molto più che rispetto a qualche anno fa, però noi siamo convinti che il calcio sia uno sport prevalentemente tecnico-tattico, quindi soprattutto legato alle abilità dei calciatori dal punto di vista tecnico. L’obiettivo di un Settore Giovanile dev’essere il miglioramento dei giocatori, quindi no, l’aspetto fisico a nostro parere non deve sovrapporsi o a togliere spazio a quello tecnico-tattico. Quello che cerchiamo di fare è quindi di integrare il più possibile le due cose, sviluppandoli contestualmente soprattutto per le categorie più giovani”.

Questo approccio integrato caratterizza da sempre il Settore Giovanile dell’Atalanta, ormai consolidato come una delle realtà migliori del Paese e non solo, il quale porta con grande continuità i propri giovani a guadagnarsi un posto nella Prima Squadra nerazzurra e nelle varie Nazionali. “Quella di puntare sul miglioramento tecnico, e quindi sulla qualità piuttosto che sulla quantità – ha continuato Pasini –, è una tendenza storicamente adottata da questo club, che si traduce in un certo tipo di gioco, adottato da tutti gli allenatori, e ad una particolare attenzione alla selezione di giocatori di qualità. In tutto questo, quindi, il fattore fisico è importante, ma non predominante”.

La preparazione atletica come trasmissione della cultura del lavoro

Il lavoro fisico, oltre ai benefici diretti in termini di preparazione, assume però anche un altro significato nei Settori Giovanili, ovvero la trasmissione ai giovani atleti di una propensione al lavoro, alla fatica e al sacrificio: “A livello quasi filosofico, facciamo lavorare i ragazzi “a secco” in palestra anche per questo motivo: il nostro obiettivo è formarli come futuri calciatori professionisti, e in certi contesti il calcio non è solo divertimento, ma anche e soprattutto fatica. Puntiamo quindi a creare in loro i presupposti per essere pronti al calcio dei grandi, e questo a nostro parere passa anche dalla trasmissione di una cultura del lavoro che riteniamo indispensabile. La risposta dei giocatori varia in base al trascorso individuale (ci sono ragazzi che vengono da contesti geografici e socioculturali di ogni tipo) ma in generale qui all’Atalanta c’è una buona propensione. In questo ci aiuta molto anche il fatto che molti giovani fanno con noi tutta la trafila dai Pulcini alla Primavera e per loro fare fatica, lavorare e avere l’atteggiamento giusto durante gli allenamenti è la normalità”.

L’allenamento della forza nel calcio giovanile

L’introduzione dell’allenamento della forza nel calcio giovanile avviene quindi in modo graduale, come ci ha confermato nello specifico il Responsabile dell’Area Forza del Settore Giovanile dell’Atalanta Roberto Calà: “Inizialmente, dall’attività di base fino all’inizio di quella agonistica, cerchiamo di lavorare sulla forza generale a corpo libero e soprattutto sulla consapevolezza del proprio corpo, e questo avviene in modo decontestualizzato, non vincolato cioè ad un luogo apposito come la palestra. L’obiettivo è quello di saper utilizzare il corpo. Si tratta di un approccio che rientra nel cosiddetto allenamento funzionale, e che si discosta da quello analitico degli anni ’90, che era mutuato da discipline come il bodybuilding e portava l’atleta ad un vicolo cieco. Attualmente all’Atalanta cerchiamo di portare in palestra sempre di più i ragazzi dall’Under 16 in su e il nostro obiettivo è quello di creare una ridondanza di stimoli in vari momenti della preparazione e per vari tipi finalità: preventiva (di riduzione degli infortuni), aumento delle capacità di forza sotto varie espressioni e anche aspetti più analitici, che seppure non abbiano più il ruolo centrale che avevano in passato possono comunque essere presi in considerazione per costruire al tempo stesso calciatori performanti in gara e in grado di sviluppare nel lungo periodo una struttura fisica adatta al calcio moderno”.

La preparazione nel calcio giovanile: dalle “fasi sensibili” alle competenze motorie

La periodizzazione risulta quindi fondamentale per strutturare una corretta preparazione atletica e fisica nel calcio giovanile e in questo senso l’Atalanta si confronta con le migliori realtà a livello internazionale: “Le Academy dei club inglesi della Premier League hanno da tempo sviluppato una periodizzazione del lavoro che non si basa più sulle cosiddette fasi sensibili (ovvero finestre temporali che teoricamente portano allo sviluppo di determinate abilità) ma sulle competenze motorie. Non si tratta quindi di uno lavoro settoriale sulla muscolatura, ma di creare uno sviluppo a lungo termine che miri alla globalità dei movimenti, seppur contestualizzati in situazioni o finalità specifiche”. Nello specifico, nel contesto della nuovissima palestra destinata interamente al Settore Giovanile nerazzurro all’interno del Centro Sportivo Bortolotti di Zingonia, i giovani calciatori vengono portati a sovraccaricare il proprio corpo con esercizi a corpo libero come trazioni e piegamenti sulle braccia, stacco, affondo e squat, condizionando al contempo anche gli aspetti coordinativi attraverso esercizi bipodalici (doppio appoggio) o monopodalici (appoggio singolo). È importante però che non siano i giocatori a doversi adattare ad un sistema rigido, quanto invece il contrario.

Differenti competenze motorie meriterebbero infatti differenti programmi di lavoro e differenti approcci, che è però difficile applicare ad un contesto come quello di un Settore Giovanile: “Concretamente, creare programmi personalizzati per ogni giocatore diventa molto difficile: basti pensare che solo le squadre della fascia agonistica qui all’Atalanta sono 6, ognuna delle quali con 20-25 giovani. Quello che cerchiamo di fare è però delineare i profili con particolari necessità: il lavoro individualizzato deve prendere in considerazione sia le caratteristiche strutturali che la globalità di tutto il percorso metodologico del giocatore. La palestra in questo senso diventa importante, perché attraverso il lavoro complementare permette di bilanciare e riequilibrare gli aspetti non toccati o sforzati eccessivamente in allenamento o in partita. In questo modo inoltre i giocatori vengono sensibilizzati al fatto che quello che fanno la domenica e durante gli allenamenti può essere gestito e ottimizzato attraverso un lavoro specifico”.

8 pensieri su “L’allenamento della forza e il calcio giovanile: l’approccio funzionale del vivaio dell’Atalanta

  1. Magno Paolo dice:

    Se non ho capito male, i ragazzi di 14 anni (U 15) non dovrebbero usare bilancieri con 10 kg di peso, ma solo esercizi con solo “carico naturale”….giusto ?????

    • Marco dice:

      Ciao! Innanzitutto non è una cosa così “delineata” infatti è il peso che si adatta alle ns esigenze e non il contrario!! Detto questo, anche a 14anni il lavoro dipende dal tipo di fisico e esigenze personali.. ma non dovrebbe mai prescindere da una completa analisi degli obiettivi e le relative tecniche di lavoro… Che cmq dovrebbero essere sempre sia a corpo libero per la fase funzionale.. sia con sovraccarichi per la fase di potenziamento e posturale. Marco Botta Personal Trainer.

  2. Gaetano Manzi dice:

    Ottima organizzazione.
    In particolare l’investimento su uomini e attrezzature che permettono di formare giocatori per indispensabili al calcio Italiano

  3. daniele dice:

    Non sono d’accordo con i metodi, si possono raggiungere i stessi risultati senza dover ricorrere a bilancieri o sovraccarichi e senza andare a compromettere la schiena di ragazzi in pieno sviluppo fisico. DD

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